Ventinove anni e ancora lì a mangiarmi le unghie. Come cazzo ero ridotto? Se solo avessi avuto un sogno che ci può stare la mia vita non sarebbe stata così. Non è che facesse schifo. Nemmeno gioia, in definitiva. Era la mia vita: una vita, basta.

Tuttavia quello era l’anno in cui mi sarei laureato e quella la notte in cui avrei dovuto festeggiare il compleanno, l’onomastico, l’anniversario di fidanzamento e l’ultimo esame fatto il 23 Luglio nell’Aula 7 alle ore 18,24.

Con Anna non avevamo mai avuto grossi problemi ma negli ultimi mesi le cose non erano andate proprio per il verso giusto. Non ci sono perché quando un rapporto finisce ed è quindi inutile interrogarsi sul come sia successo o, peggio ancora, cercare di razionalizzare l’avvenimento uscendosene con il fatto che qualche spiegazione agli amici e ai genitori bisogna pur darla. Non ci amavamo più, probabilmente avevamo smesso di farlo tempo prima e di certo quell’ultimo anno è stato solo il tassello abbozzato di un puzzle che il disegnatore ha lasciato incompleto facendo intendere all’acquirente il contrario. Ecco: io e Anna siamo stati truffati dall’inizio. Nulla toglie, comunque, che nel costruire quel po’ di puzzle ci si sia potuti divertire e noi, se devo essere sincero, ce la siamo proprio spassata.

giordano criscuolo

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