Penny Lane abita in una minuscola casetta di periferia. Incredibile vero? Sono bastate queste poche parole perché la tua fantasia prendesse il sopravvento. Altolà dunque, non staccare le mani da questo libricino prima che tu possa portarle agli occhi. Non toccarli o stropicciarli, lasciali così: increduli, stupiti, stralunati. Ascolta, questo luogo è proprio come lo stai immaginando: uno di quei posti deprimenti dove i privilegi di un’anonima cittadina diventano i detriti di una triste metropoli, dove pochi e scoloriti bar gestiti da vecchie zitelle dallo sguardo acido e deluso versano liquori velenosi a operai alienati e dove al tramonto un gruppetto di bambini vestiti male gioca a pallone per strada urlando e imprecando contro le decappottabili che vi sfrecciano a velocità elevata. Una periferia dove il sole reca quasi disturbo al regolare grigiore quotidiano, dove la rassegnazione ha soppresso la speranza. Hai visto la mente di cosa è capace? A pensarci bene, quel posto quasi lo conosci anche se non ricordi di averci vissuto e già ti mette un po’ di malinconia, o no? Ma non è tutto.
In fondo al rettifilo, proprio dove la strada finisce, dovresti scorgere un paio di fabbrichette in disuso, una bottega tra i cui scaffali arrugginiti si trovano ancora le gom­me di Braccio di Ferro e qualche lattina di One&One, una pasticceria che sforna cose fantastiche, un vecchio negozio di dischi e un campo sportivo sconsacrato da concerti Rock tenuti da gente cattiva e maleodorante. Lo vedi? Il campo sportivo, intendo.
Proprio qui, su questo prato ormai declassato a pascolo per impavide pecore, Penny Lane ha incontrato la vita. Proprio qui, respirando resine odorose, ho imparato le mie prime parolacce.
Proprio lì ho conosciuto ed amato la favolosa storia di Penny Lane e del suo meraviglioso vinile.
Ah, un’ultima cosa: a questo punto è inutile che ti chieda se tu abbia già immaginato Penny Lane, giusto? Sono bastate le prime due parole di questo romanzo perché la tua fantasia, il solo appiglio a cui poterti sempre aggrappare, abbia appeso al tuo cuore una bellissima fotografia che tanti anni fa suo padre le scattò.

giordano criscuolo

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